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La pancreatite nel cane

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Per pancreatite si intende un’infiammazione del pancreas. Il pancreas è un organo ghiandolare, che si trova nell’addome, annesso all’apparato digerente. La sua funzione è molto importante per diversi processi fisiologici. Viene considerato una ghiandola mista, poiché secerne sia ormoni, sia enzimi digestivi e, per questo, viene funzionalmente diviso in:

  1. pancreas esocrino
  2. pancreas endocrino.

(1) La componente esocrina produce e secerne alcuni enzimi digestivi, ovvero delle sostanze, in grado di determinare e regolare il processo digestivo di importantissimi nutrienti. Alcuni di queste, sono le amilasi, deputate alla digestione dei carboidrati, le lipasi, che intervengono nella digestione dei grassi e le proteasi, che rendono digeribili le proteine. (2) La componente endocrina invece è deputata alla produzione di ormoni fondamentali per l’equilibrio della glicemia, come l’insulina e il glucagone. Va da sé che una forte infiammazione a questa importante ghiandola impatta in modo serio su tutto l’organismo. Vediamo insieme quali possono essere le cause di pancreatite nel cane.

Le principali cause della Pancreatite nel cane

Nel cane sono rappresentate da:

  • abuso di farmaci,
  • infezioni,
  • vasculiti,
  • anomalie metaboliche,
  • alimentazione errata,
  • shock
  • e traumi.

La reale patogenesi della pancreatite idiopatica non è ancora stata definita.

I farmaci in grado di provocare la pancreatite sono:

  • alcool,
  • alcuni antibiotici,
  • corticosteroidi,
  • ormoni (estrogeni),
  • alcuni anestetici.

La frequenza di pancreatiti da farmaci è tuttavia non elevatissima nel cane; in questi animali, infatti, la causa predisponente più frequente è stata individuata in errori dietetici. Diete troppo ricche di grassi provocano infatti una continua stimolazione di questa ghiandola, comportando un’infiammazione cronica, che sfocia poi in episodi acuti molto gravi. Altre cause di pancreatite sono quelle di origine vascolare, causate, ad esempio, da ischemie transitorie, causate da traumi addominali. La causa dietetica associata a iperlipidemia persistente, ovvero a un persistente aumento di trigliceridi e colesterolo circolanti, resta ad oggi la principale causa accertata di pancreatite.

Pancreatite acuta e cronica nel cane

Come accennato in precedenza, si può avere uno stato di infiammazione cronica del pancreas, causata da utilizzo protratto di alcuni farmaci, da diete iperlipidiche ed errori alimentari, da cause immunomediate o vascolari. In questi pazienti ci si accorge della pancreatite cronica solo da indagini diagnostiche specialistiche, come ad esempio l’ecografia dell’addome.

La pancreatite acuta invece può essere scatenata da un errore alimentare molto importante, ad esempio l’assunzione da parte del nostro cane di un pasto iperlipidico; questo spesso si verifica quando il cane non è sotto il nostro controllo e “ruba” cibi molto ricchi di grassi, come dolci con creme, formaggi grassi, strutto o salumi grassi, fritture o addirittura l’olio di frittura. L’esordio è quindi improvviso e spesso inaspettato da parte del proprietario. In ogni caso, cani in sovrappeso o obesi e che hanno mostrato in passato analisi del sangue con alterazioni dei lipidi ematici, ovvero con colesterolo e trigliceridi molto alti, sono soggetti a rischio per lo sviluppo di pancreatite sia acuta che cronica. Vediamo ora la sintomatologia in entrambe le forme.

I sintomi di pancreatite cronica e acuta nel cane

Nelle forme croniche di pancreatite la sintomatologia è abbastanza subdola e non sempre chiara. Il cane affetto da pancreatite cronica si mostra più stanco e indolente del solito, può avere episodi intermittenti di vomito e diarrea, che essendo apparentemente autolimitanti, non destano allarme nei loro proprietari.

Le feci possono essere poltacee, molli o comunque poco formate e di colorazione più chiara. Il cane quando portato al parco può mangiare molta erba e avere rigurgiti o episodi sporadici di vomito. L’appetito può essere capriccioso o diminuito. Molto spesso la diagnosi di pancreatite cronica è fortuita e viene rilevata a un controllo routinario attraverso analisi del sangue alterate o un’ecografia addominale, che mette in evidenza alterazioni strutturali a carico del pancreas. Altre volte invece, viene diagnostica a causa di una riacutizzazione del processo cronico, che si manifesta con tutta la severità sintomatologica dell’evento acuto.

I sintomi della pancreatite acuta sono infatti molto gravi e impattati sull’animale. Il cane colpito da pancreatite acuta manifesta un fortissimo dolore addominale, nausea molto pronunciata con inappetenza, vomito incoercibile, diarrea più o meno liquida. Il sintomo forse più importante è il dolore addominale, che se non trattato, può essere insopportabile per il nostro amico con la coda. Questo è causato da un rilascio di enzimi digestivi ad opera del pancreas infiammato, che vanno ad irritare tutti i tessuti circostanti ad esso causando una peritonite chimica. In pratica, gli enzimi pancreatici vanno quasi a digerire i tessuti circostanti al pancreas, creando una situazione algica veramente imponente.

Oltre al dolore, vi è la componente del vomito, che è veramente impattante: il cane affetto da pancreatite ha un vomito incoercibile, continuo e ripetuto e che spesso non si riesce a fermare neanche tenendo a digiuno l’animale.

La Pancreatite nel cane può causare la morte?

Purtroppo, la pancreatite acuta può causare anche l’exitus del nostro amico con la coda, soprattutto se non viene immediatamente trattata presso un centro veterinario, che possa emettere la diagnosi e impostare subito una terapia adeguata. Il decesso può avvenire sia per la forte disidratazione, che comporta il vomito continuo, sia per fenomeni ischemici, causati dagli squilibri elettrolitici, che provocano alterazioni della pressione, aumento della viscosità del sangue, shock ipovolemico, coma e morte. È fondamentale, quindi, riconoscere subito i sintomi della pancreatite e portare immediatamente il nostro cane dal veterinario nel caso sospettiamo che abbia una pancreatite

…ed è possibile guarire?

Anche se la pancreatite acuta è un’evenienza molto grave, molto cani se ben assistiti e curati possono guarire. Come detto in precedenza, la pancreatite acuta è spesso un’evenienza improvvisa ed inaspettata, ma ci sono dei fattori predisponenti come l’obesità, la presenza di iperlipidemia negli esami del sangue, il riscontro accidentale all’ecografia di alterazioni morfologiche a carico del pancreas, che possono consentire di prevenire gli episodi gravi ed acuti.

Cani in sovrappeso o obesi dovrebbero essere sottoposti ad esami del sangue, ecografia addominale con regolarità e andrebbero impostati piani nutrizionali ad hoc per favorire il controllo del peso.

Se hai un cane in sovrappeso, chiedi consiglio al tuo veterinario di fiducia, che saprà certamente prescriverti tutti gli esami diagnostici e una dieta più adatti a prevenire una pancreatite.

Le terapie della Pancreatite nel cane

(1) La terapia della pancreatite acuta deve essere effettuata quanto prima, alla prima comparsa dei sintomi.

A questo scopo, va ribadita l’importanza di effettuare una diagnosi rapidamente. Il caposaldo della terapia per la pancreatite acuta è la fluidoterapia endovenosa, possibilmente bilanciata attraverso esami, quali l’emogasanalisi, un’analisi del sangue, che misurando i gas presenti nel sangue, stabilisce lo stato acido base dell’organismo e consente di impostare una terapia atta a prevenire o curare gli squilibri elettrolitici, che si verificano con le perdite di liquidi conseguenti al vomito.

Oltre alla fluidoterapia, l’altro cardine della terapia è il digiuno, che è indispensabile, almeno i primi tempi, per mettere a riposo il pancreas; ad ogni somministrazione di alimento infatti la componente esocrina produce gli enzimi digestivi che vanno ad esacerbare l’infiammazione peritoneale.

In molti casi si possono associare antibiotici ad ampio spettro per prevenire le infezioni batteriche secondarie.

Altro cardine della terapia della pancreatite cronica sono i farmaci antiemetici, che servono per bloccare il vomito. È dibattuto invece tra i diversi autori l’utilizzo di cortisonici, i quali, da un lato contribuiscono a sfiammare l’area pancreatica, ma non sembrano mostrare particolare effetto sulla progressione della malattia.

Il cane affetto da pancreatite acuta va gestito in regime di ricovero o al massimo di day hospital almeno per i primi giorni. Le prove alimentari vanno fatte gradatamente e, finche non si ha il ripristino della normale funzione pancreatica, i pazienti vanno tenuti in stretta osservazione e monitorati.

Fondamentale sin dall’’inizio della terapia è il controllo del dolore, che, essendo di grado altissimo, richiede l’utilizzo di analgesici oppioidi, che vanno sempre somministrati sotto stretto controllo medico veterinario.

Se con la terapia si riesce a correggere la disidratazione e gli squilibri elettrolitici, si possono prevenire i fenomeni ischemici, che sono tra le principali cause di morte per pancreatite acuta.

(2) La terapia della pancreatite cronica invece si basa sul controllo dei lipidi circolanti e del peso attraverso diete con basso tenore in grassi: il monitoraggio dei paramenti ematici e l’ecografia addominale sono fondamentali per evitare che i cani con pancreatite cronica vadano incontro a riacutizzazioni dell’infiammazione.

 Quali sono i tempi di guarigione?

La terapia della pancreatite acuta può durare anche diversi giorni, in alcuni casi settimane. Nei primi 2 o 3 giorni, in ogni caso, si può cercare di emettere una prognosi. I fattori prognostici negativi sono:

  • la persistenza del vomito,
  • del dolore addominale
  • e il mancato ripristino dell’idratazione del paziente.

In molti cani però, si riescono ad evitare queste condizioni attraverso una fluidoterapia adeguata e a un adeguato controllo del vomito e del dolore. È difficile, quindi, stabilire i tempi di guarigione dalla pancreatite, in quanto questi sono influenzati da diversi fattori quali l’età e lo stato di salute del soggetto, le cause scatenanti, lo stato di nutrizione e la predisposizione individuale.

Vi sono infatti fattori predisponenti, che non agevolano la guarigione; tra questi alcune patologie endocrine, come l’iperadrenocorticismo (o sindrome di Cushing), l’ipotiroidismo, l’assunzione cronica di farmaci antiepilettici, che provocano un aumento dei trigliceridi circolati.

In questi soggetti la guarigione potrebbe essere più difficile e lenta, in quanto la condizione clinica sottostante non agevola il ripristino della funzionalità pancreatica a causa del continuo stimolo dei lipidi circolanti in eccesso.

Tuttavia, i cani che riescono a guarire dalla pancreatite nell’arco di 7- 15 giorni hanno completa remissione dei sintomi. Dopo la guarigione però, va sempre monitorato il pancreas, sia attraverso le analisi del sangue, che con l’ecografia addominale, in quanto la pancreatite acuta può sia essere una riacutizzazione di una pancreatite cronica fino a quel momento passata inosservata, ma allo stesso tempo può provocare una pancreatite cronica, dopo la guarigione dalla fase acuta.

Pancreatite cane esperienze: il cane anziano

Nella pratica clinica è piuttosto frequente il riscontro di pancreatiti sia acute che croniche. In linea di massima, come accennato in precedenza, se si interviene con la terapia adeguata il più presto possibile, si possono avere dei successi terapeutici entusiasmanti.

La prevenzione resta in ogni caso un cardine fondamentale: attraverso regolari controlli ematici ed ecografici si possono prevenire gli episodi acuti, modificando la dieta e lo stile di vita dei cani a rischio.

Nel paziente anziano questi controlli sono necessari soprattutto in soggetti, che sono in sovrappeso o obesi. Il metabolismo generale di un cane in età geriatrica può infatti essere alterato per il fisiologico processo di invecchiamento degli organi; in questi pazienti, quindi, non va sottovalutato nessun segno, che ci possa far sospettare una pancreatite, in quanto la disidratazione conseguente al vomito e agli squilibri elettrolitici impatterebbero in modo ancora più aggressivo sullo stato generale del paziente.

Si tenga presente, infatti, che a causa di alterazioni renali legate all’età i cani anziani sono spesso disidratati a prescindere da episodi di vomito o diarrea; inoltre, la funzionalità cardiaca, e quindi il buon funzionamento della circolazione periferica, non sono spesso efficienti come quelli di un soggetto giovane, e questi fattori possono contribuire alla gravità di un eventuale episodio di pancreatite acuta.

Se il tuo cane è anziano, controlla con regolarità che i suoi esami del sangue siano nella norma, chiedi al tuo veterinario di effettuare un’ecografia addominale e alla luce dei risultati di impostare una dieta adeguata allo stato fisiologico del tuo amico a quattro zampe. La prevenzione nei pazienti geriatrici è ancora più importante che per i pazienti giovani.

 

 

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